Deriva dal latino gurges ossia sorgente, per una vicina fonte d’acqua;
secondo altri si riferisce al suo aspetto, assomigliando ad una “gorga” ovvero una gola.
Tra Storia e Società Comune in pillole
Sull’origine del nome (Gorga) di questo nostro piccolo comune, ci sono almeno due diverse scuole di pensiero: c’è infatti chi sostiene che potrebbe derivare dal sottostante ristagno d’acqua, e chi invece dice di trattarsi del nome proprio di persona per questo insediamento abitativo che risale alla preistoria (come testimoniato dagli utensili litìci trovati nel territorio circostante appartenenti al musteriano, era che va dai 75 mila ai 35 mila anni fa). Proprio tanti e più rilevanti sono i reperti di resti fittili dell’Età del bronzo, appartenuti a qualche tribù Volsca che colonizzò in passato questi territori montani. La presenza di due necropoli di età imperiale, la prima nell’Orto dei frati, la seconda vicino alla Chiesa di San Domenico fuori le mura, è la testimonianza dello sviluppo di un piccolo insediamento che diede vita nei secoli successivi ad un “pagus“ (circoscrizione territoriale rurale quindi fuori dai confini cittadini; di origine preromana e poi romana, indica insediamento realizzato su luoghi di culto locale pagano prima e cristiano dopo).
I primi abitanti della zona vivevano nei tipici capanni lepini a forma conica e con base circolare, composti da calcare e costruiti a secco; poi il pagus si trasformò in “burgus” (villaggio) e si iniziò la costruzione delle prime rudimentali abitazioni in muratura, costruite nei pressi delle rupi. Il primo documento storico in cui compare il nome di Gorga è la “Bolla di Urbano II” del 1088 dove il castello di Gorga è inserito tra quelli sotto la giurisdizione di Anagni; nel 1151 avvenne il trasferimento delle terre di Gorga al Monastero di Villamagna dove operavano molti proprietari terrieri provenienti da Anagni, noti con l’appellativo di condomini. Nel 1216 nella Chiesa di San Michele Arcangelo venne siglato il primo giuramento di vassallaggio. Sul finire del XIII secolo tutta la zona fu posta sotto il dominio dei Conti di Segni, mentre nel 1495 Gorga fu saccheggiata e devastata dalle truppe del re di Francia. Nel 1648, dopo una lunga causa giudiziaria, la famiglia dei Teodoli di Marsciano subentrò nel possesso di Gorga alla famiglia Conti che, per quattrocento anni, era stata feudataria della zona. Nel 1659 il feudo di Gorga, acquistato dalla famiglia eugubina, era stato infatti messo all’asta dall’amministrazione centrale pontifica, la Reverenda Camera Apostolica, che aveva requisito il feudo al Conte Marc’Antonio di Marciano, pressato dai debiti. Il governo del conte, benché non di lunga durata, era stato però disastroso perchè aveva gravato la comunità di Gorga con una serie di provvedimenti molto restrittivi e pesanti dal punto di vista economico.
Il possesso del feudo passò poi alla famiglia Pamphilj, già feudatari della vicina Valmontone e di molti altri paesi dei dintorni; ciò decretò, nella seconda metà del Seicento, la perdita della rocca poiché la famiglia romana trasformò, demolendola, la primigenia struttura architettonica fortificata per adeguarla ad esigenze di carattere più residenziale. La proprietà di Gorga da parte dei Pamphilj rappresentava per essi un sicuro investimento tanto in termini economici quanto di immagine; al contempo, per la comunità lepina segnava un’importante svolta tesa al ripristino della stabilità politica nel paese; si riaccesero le future speranze della comunità locale, ormai ridotta allo stremo e all’esiguo numero di 609 abitanti. Con il passaggio di proprietà il castello Gorga entrava a far parte di quel “bellissimo stato” che i Pamphilj, ormai da anni volevano realizzare in loco grazie al possesso di molti terreni vicini; nel 1760, essendo i Pamphily rimasti senza eredi maschi ed avendo Anna la loro ultima discendente sposato Giovanni Doria, Gorga passa alla Casata dei Doria-Pamphily.
Il primo documento storico in cui compare il nome di Gorga è la Bolla di Urbano II del 1088; in questo documento importante per ciò che rappresenta, si fa menzione del Castello di Gorga e si fa presente che è incluso tra quelli che si trovano sotto la giurisdizione di Anagni.
Il nome di Gorga diventa noto alle cronache italiane nel 1860 poiché il concittadino Cardinale Vincenzo Cantucci, si impegnò con tutte le proprie forze e capacità negoziali dovute anche a ruolo, nel tentativo di conciliazione tra Stato e Chiesa, intrapreso a suo tempo da Cavour e fallito per l’intransigente opposizione del Papa Pio IX. L’annessione al Regno d’Italia non cambia le condizioni di vita degli abitanti, dediti soprattutto alla pastorizia e all’agricoltura, mentre una trasformazione radicale a Gorga avviene nel secondo dopoguerra con l’abbandono delle attività agro-pastorali e lo spopolamento, avvenuto a causa della mancanza di lavoro e quindi con il conseguente trasferimento di molti abitanti in altre città non proprio vicine, nella speranza di trovare un nuovo impiego ormai nel terziario.
Demografia
Anche se Gorga è in Provincia di Roma, la popolazione si sente particolarmente legata culturalmente alla Ciociaria (FR) ed in particolare di Anagni. Detto ciò, esaminiamo ora la popolazione in termini prettamente numerici soprattutto in relazione alla variazione avvenuta nei primi otto anni del III millennio. Il dato che emerge è assolutamente buono, infatti ci ripropone un incremento in termini assoluti di 31 unità; sarebbe estremamente interessante sapere se questi nuovi cittadini sono più uomini o donne, se sono proprio della zona o se vengono dal resto della provincia, della regione, del paese o magari anche dal resto del mondo! In ogni caso a loro va il benvenuto di lazionauta che si augura che con l’aiuto anche di questi nuovi concittadini, si conservi al meglio la cultura, le abitudini e le tradizioni (ivi compreso il dialetto) impregnate di vera e dura storia.
Itinerari naturalistici ed ambientali. In questo territorio ricco di storia e di ottime condizioni naturalistiche, lazionauta vi propone di approfondire la conoscenza del territorio partendo dal centro, dove si possono scegliere itinerari escursionistici vari, di facile percorrenza, in uno scenario che continuamente cambia evocando sempre nuove emozioni. Si possono attraversare boschi di querce, cerri, e nelle pendici più elevate del Monte San Marino a 1387 metri e del Monte Alto a 1.416 metri, ricchi di splendidi faggi per la loro struttura. In un contesto ambientale di tipo carsico, troviamo avvallamenti e doline e si incontrano anche grotte ipogee di interesse speleologico; la grotta più citata è nota con il nome di “Inghiottitoio di Campo di Caccia“. Se avete veramente voglia di farvi un bel regalo, vi suggeriamo una tappa naturalistica estremamente affascinante, quella del Fontanile di Cania a 1.134 metri, alimentato dalla sorgente del Monte San Marino che si trova a 1.210 metri s.l.m..
Gastronomia e prodotti caratteristici. Un tempo Gorga era rinomata per le buonissime carni di abbacchio e capretti alimentati dal latte delle greggi che pascolavano allo stato brado mangiando dei buoni foraggi di montagna; come in tante altre località montane l’allevamento degli ovini, caprini e suini e la coltura di viti e ulivi, è ormai in forte contrazione e tutti i prodotti si acquistano solo prenotandoli. Nel sottobosco dei lecci, querce, dei faggi, nelle stagioni favorevoli crescono funghi porcini, galletti, ovoli, tartufi neri pregiati invernali. Nei ristoranti vengono servite fettuccine lavorate a mano e impastate con farina di grano duro e uova caserecce; la cucina gorgana offre delle gustose specialità, tramandate di generazione in generazione: gli gnocchetti, le carni di abbacchi e capretti al forno e alla griglia, il marito, un piatto dei poveri e che viene riproposto nelle sagre. Il pranzo si conclude di norma con la mantovana, un saporitissimo dolce tipicamente gorgano.
La mappa dei piccoli comuni della provincia di Roma